Il Grande Gatsby

Il romanzo è, secondo me, divisibile in due parti: una molto lenta di attesa, l'altra molto rapida e confusionaria.

La seconda parte inizia dall'incontro di Gatsby e Daisy nella casa di Nick. Da quel momento in poi, gli avvenimenti si susseguono rapidi, tempestosi, confusi.

E' assurdo come una persona possa aspettare tutta la sua vita un'altra persona. L'amore più totalizzante rende l'uomo schiavo. La vita non continua più, diventa un susseguirsi di giorni, ma le emozioni si fermano.

Il cuore aspetta e aspetta, spera che i ricordi di un passato diventino il suo futuro.

"Non si può ripetere il passato? Certo che si può".

Gatsby ha vissuto la sua vita in funzione dell'amore che provava per Daisy.

La sua vita era formata soltanto da illusioni: fragili illusioni. I soldi, le feste, la notorietà, la bella vita, anche la sua amicizia con Nick Carraway, tutta una vita creata per cercare di attirare a lui Daisy.

E poi, quando finalmente riesce nel suo intento non lotta fino alla fine e la perde.

E' tragico come Gatsby abbia vissuto la sua vita per lei, per poi lasciarla andare come se nulla fosse.

Alla fine è davvero così per tutti o solo per alcuni. E' tutto vano o ne vale davvero la pena?

Classico della letteratura americana va letto.

Fantastiche le parti di festa: quelle enormi feste da mozzare il fiato, i bei vestiti, le macchine costose. L'america del sogno americano, gli anni '20.

Ammetto, non è nella mia top 10 dei libri preferiti per la tragicità e la confusione. Ma lo rileggerei altre mille volte.

"Così navighiamo di bolina, barche contro la corrente, riportati senza posa nel passato".

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